Negli ultimi anni, soprattutto grazie ai social, c’è stata una rincorsa ad accaparrarsi un record in qualche ambito, e ovviamente anche il calcestruzzo non è da sottovalutare, nemmeno quando si parla di primati. Diversi, infatti, i record che compaiono cercando la parola concrete sul sito del Guinness World Records, tra i quali vale la pena approfondire il più grande getto di calcestruzzo continuo e la cupola in calcestruzzo armato precompresso più grande del mondo.
Il più grande getto continuo di calcestruzzo, si legge sul sito, è di 69.824,87 metri cubi ed è stato realizzato da Mohammad Abdulaziz Al-Habib Real Estate Company, a Riyadh, in Arabia Saudita, il 27 marzo 2024, mentre la più grande cupola in calcestruzzo armato precompresso è la sala 1 della Fiera di Belgrado, in Serbia. Questa struttura è stata progettata nel 1955 dall’ingegnere Branko Žeželj, raggiunge i 106 metri di diametro, con una cupola di nervature prefabbricate in calcestruzzo armato su un anello preteso a nucleo cavo di 94 metri. Per avere un ordine di grandezza comparabile con le cupole made in Italy di Nervi, la cupola del Palazzo dello Sport a Roma raggiunge quasi i 100 metri di diamentro, mentre quella del Palazzetto dello Sport, sempre a Roma, gli 80 metri.
Ma il calcestruzzo è un “materiale da record” anche perché rende possibili imprese da record. Grazie alle sue caratteristiche di resistenza, affidabilità e durabilità, è protagonista delle più grandi opere infrastrutturali.

Continuando a consultare i Guinness World Records, per esempio, si scopre che la struttura più alta del mondo è realizzata in calcestruzzo armato: si tratta della Burj Khalifa Tower di Dubai, grattacielo di 163 piani che raggiunge un’altezza totale di 828 metri. In calcestruzzo è realizzato anche il ponte più lungo del mondo, il Danyang-Kunshan Grand Bridge, un viadotto ferroviario che si estende per 164,8 chilometri sulla linea ferroviaria ad alta velocità Pechino-Shanghai. Completato nel 2010, ha richiesto 4 anni di lavori coinvolgendo più di 10.000 maestranze.
Non solo edifici e ponti, ma anche dighe: la Three Gorges Dam nella provincia di Hubei in Cina, con i suoi 2.335 metri di larghezza e 28 milioni di metri cubi di calcestruzzo, detiene il record mondiale per la diga più grande al mondo. Con questa dimensione record, anche la capacità installata di questa centrale elettrica è ai massimi storici: dotata di 34 generatori, la diga possiede una capacità di 22.500 MW, che la rendono l’impianto di produzione di energia idroelettrica più potente al mondo; la diga attualmente detiene anche il titolo di “struttura in calcestruzzo più pesante” mai realizzata.
Ma ci sono anche record tutti europei, come il curioso primato della panchina più lunga del mondo che si trova a Marsiglia ed è realizzata sempre in calcestruzzo. In questa città del sud della Francia affacciata sul mediterraneo, il lungomare Corniche du Président-John-Fitzgerald-Kennedy ha una panchina lunga quasi 3 Km. Un record registrato nel 1965 e mai eguagliato!

Si snoda nei pressi della spiaggia del Profeta, una delle preferite dai marsigliesi, caratterizzata anche dalla presenza di un’enorme pala di elica di motore da barca, in bronzo e lunga 9 metri, che è il Memoriale dei rimpatriati d’Algeria: l’elica simboleggia la traversata del Mediterraneo che i rimpatriati hanno dovuto fare per raggiungere la città.
La panchina Corniche Kennedy è stata costruita tra il 1957 e il 1969 per consentire ai marsigliesi di godere di uno dei più bei panorami della città, sul mediterraneo e sulle isole al largo di Marsiglia. Fa parte di un progetto urbanistico di ampliamento della città sul mare iniziato nel 1848. A metà degli anni Cinquanta del Novecento si decise di raddoppiare la strada e creare una promenade a sbalzo sul mare, con punti di sosta per godere del panorama. Per realizzare il progetto fu scelto da subito il calcestruzzo, materiale versatile e ideale in base al contesto di realizzazione per la costruzione di questa impresa da record. È stata dunque realizzata la panchina di 3 Km, costruita in calcestruzzo prefabbricato, a un livello più basso rispetto alla strada, per lasciare anche agli automobilisti e ai ciclisti la possibilità di godere direttamente di questo paesaggio sorprendente, a dimostrazione di come, già oltre settanta anni fa, la zona aveva già una grande valenza turistica.

Dal 2016 oltre 70 metri di questa panchina chilometrica sono stati decorati a mosaico dall’artista Paola Cervoni e dall’associazione Viv Arthe: il progetto, autofinanziato, è iniziato nel 2015 e da subito ha coinvolto i cittadini volenterosi di prestare la loro manovalanza, ma anche le scuole della città, insieme hanno decorato i primi 25 moduli di seduta. I mosaici realizzati sulle panchine hanno come tema ispiratore il Mediterraneo, ogni disegno è stato realizzato partendo dalle idee dei partecipanti che alla fine hanno lasciato la loro firma sulla panchina, a sottolineare un nuovo legame tra gli attori della creazione, le persone che utilizzano la panchina, i passanti spettatori e ovviamente il mare. Il progetto ha avuto grande successo coinvolgendo nel complesso 2.000 persone dai 5 ai 93 anni.

La panchina tra il 2019 e il 2022 è stata oggetto di un progetto di restauro che ha ottenuto il primo posto nella categoria “Riparazione e restauro” dall’American Concrete Institute (ACI). Il restauro ha avuto l’obiettivo di riparare le parti ammalorate e soprattutto di controllare i fenomeni erosivi per aumentare la durata dell’opera. Alcune parti della panchina sono state interamente sostituite, la mensola che supporta il balcone sul quale è stata costruita la panchina è stata rinforzata e il parapetto è stato messo a norma per tutta la lunghezza del lungo mare: per la riabilitazione di questo elemento architettonico sono stati realizzati oltre 6.000 pezzi di calcestruzzo prefabbricato per la sostituzione di sedute e parapetti.

Lunga vita quindi ai record in calcestruzzo e in particolare alla panchina più lunga del mondo che ovviamente è costruita in calcestruzzo, un’altra testimonianza delle infinite possibilità che questo materiale ci regala.
Foto in copertina di Jérôme Cabanel Photographe, www.cabanelphoto.com