Architettura

L’equilibrio di luci e ombre nell’architettura in cemento

L’uso del cemento armato ha rivoluzionato il mondo dell’architettura permettendo la costruzione di edifici che non solo sono funzionali, ma anche esteticamente affascinanti.

La sua capacità di creare superfici lisce e continue lo rende un mezzo ideale per realizzare grandi spazi dove le linee pulite e la solidità del materiale possono essere ammirate sia nella loro interezza che nell’interazione con elementi esterni come la luce naturale.

Tra le sue qualità, emerge infatti la capacità di plasmare la luce e l’ombra, creando un dialogo dinamico che arricchisce architetture e opere d’arte. La luce naturale diventa un’alleata in grado di circoscrivere gli spazi, mettere in risalto le forme e creare un contrasto dinamico e visivamente coinvolgente con la salda struttura del cemento.

“Basilica Santuario Madonna delle lacrime_Siracusa”, fotografia di Roberto Mirulla presentata al concorso #scaladigrigi 2023
(Cupola della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa)

La magia della luce

La luce oltre a illuminare gli spazi li trasforma, favorendo un dialogo tra l’edificio e l’ambiente circostante. La luce naturale, interagendo col cemento, produce effetti sorprendenti; i riflessi, le ombre e i chiaroscuri che cambiano nel corso della giornata donano dinamismo alla staticità delle strutture, risaltano le texture delle superfici conferendo ad ognuna di esse un carattere di unicità.

L’ombra, d’altro canto, aggiunge profondità e dimensione, creando un gioco di contrasti che arricchisce l’esperienza visiva. Questo equilibrio tra luce e ombra è fondamentale per apprezzare appieno la bellezza dell’architettura in cemento armato di cui esistono testimoniane importanti.

“Luce”, fotografia di Lorenzo Linthout presentata al concorso #scaladigrigi 2023

Tadao Ando: Maestro del Cemento e della Luce

Uno dei più grandi esponenti dell’uso del cemento armato in architettura è Tadao Ando, l’architetto giapponese celebre per il suo approccio unico e la sua capacità di fondere semplicità e complessità. Ando ha saputo sfruttare le potenzialità del cemento armato per creare spazi che sono al contempo minimalisti e profondamente evocativi.

Le opere di Ando sono caratterizzate da una magistrale gestione della luce e dell’ombra. Attraverso l’uso di aperture strategicamente posizionate e superfici geometriche, Ando crea spazi che sembrano respirare, dove la luce naturale diventa un elemento strutturale.

La Chiesa della Luce a Ibaraki ne è un esempio iconico; una semplice croce ritagliata nel cemento permette alla luce di inondare lo spazio interno, contribuendo al clima spirituale e contemplativo dell’edificio.

Le sue opere riflettono un equilibrio armonioso tra solidità e leggerezza, dove la luce e l’ombra giocano un ruolo fondamentale nel trasformare le superfici di cemento in esperienze visive ed emotive intense. I suoi edifici lasciano entrare le emozioni attraverso la luce che penetra la materia con l’intento di restituire alle città e ai suoi abitanti un senso di pace e serenità. La luce ha una forte accezione interiore e spirituale che occupa gli spazi in maniera elegante e mai violenta.

Chiesa della Luce di Tadao Ando a Ibaraki, Osaka

L’interazione tra vetro e cemento: un’amplificazione di luci e ombre

Nelle costruzioni in cemento, anche l’interazione con il vetro può creare effetti sorprendenti di luce e ombra, amplificando le caratteristiche architettoniche dell’edificio. Il vetro, con la sua trasparenza e capacità di riflettere e rifrangere la luce, può trasformare gli ambienti interni in spazi dinamici e vibranti.

In presenza di ampie vetrature la luce si appropria degli ambienti creando giochi di ombre, impreziosisce l’estetica dell’edificio enfatizzandone le linee architettoniche e i volumi. Il dialogo continuo tra luce naturale e artificiale, vetro e cemento, rende le costruzioni moderne non solo funzionali ma anche artisticamente affascinanti.

“La Colonia”, fotografia di Adriano Zanni presentata al concorso #scaladigrigi 2023
(Interno dell’Aula Magna del Villaggio Eni di Borca di Cadore (BL), edificio simbolo del progetto architettonico di Gellner e Scaroa voluto da Enrico Mattei)

Staticità e dinamismo nel contesto urbano

Nel contesto urbano, la combinazione di luce e ombra aggiunge movimento agli spazi dando vita a location visivamente stimolanti. Questo dinamismo è particolarmente evidente nelle aree dove l’architettura moderna utilizza chiavi di lettura inclusive con lo scopo di coniugare l’uomo al paesaggio.

Le ombre create da elementi strutturali, come colonne, curve e sporgenze, possono variare drasticamente nell’arco della giornata, trasformando spazi e percorsi che altrimenti apparirebbero statici e monotoni. Questo costante mutamento visivo non solo arricchisce l’esperienza estetica degli ambienti urbani, ma può anche influenzare il modo in cui gli abitanti e i visitatori percepiscono e interagiscono con gli spazi pubblici.

“Sob”, fotografia di Lorenzo Linthout presentata al concorso #scaladigrigi 2023
(Hamburg, Germania)

Connessioni stimolanti nello spazio architettonico

La connessione tra ombre, luci e geometrie genera a sua volta una connessione tra le persone e anche per questo può considerarsi un parametro progettuale.

La luce naturale è al pari del cemento un “materiale” architettonico che ha lo scopo di definire spazi e volumi; il suo uso consapevole e strutturato favorisce l’interazione tra gi esseri umani e gli ambienti lavorativi e di tutti i giorni, perché “L’architettura moderna si preoccupa anche delle persone” e perché “L’architettura si considera completa solo con l’intervento dell’essere umano che la vive” (Tadao Ando).

Simona Albani
Simona Albani nasce a Roma, dove vive e lavora; ha studiato Lettere Moderne all’Università La Sapienza; è co-fondatrice dell’associazione culturale “Progetti Smarriti” con la quale promuove e cura mostre ed eventi sul territorio nazionale. Ama scrivere di arte, letteratura e viaggi con particolare attenzione alle tematiche ambientali e al recupero del paesaggio e dell’ecosistema. Tra i progetti più importanti, nel 2016, in collaborazione con altre associazioni e il patrocinio del Comune di Castel Gandolfo, ha curato la comunicazione, la logistica e la direzione artistica del progetto di riqualifica e valorizzazione urbanistica del terminal bus in occasione del Castel Gandolfo Street Art Festival.

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