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Innovazione di prodotto e di processo per un’industria sempre più sostenibile. L’impegno della filiera Federbeton

Il Rapporto annuale di filiera mostra un 2019 senza variazioni, se riferito agli esercizi immediatamente precedenti. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno si è interrotto il periodo di continua flessione dei consumi e conseguentemente delle produzioni, che durava ormai da più di un decennio.

Il mondo è impegnato in forti cambiamenti, un’evoluzione necessaria, che presuppone un vero e proprio cambio di paradigma: sostituire al miraggio della quantità la sostanza della qualità. L’industria è uno degli attori principali in questa sfida e senza alcun dubbio anche il nostro settore, come sempre, farà la sua parte.

Nell’ultimo triennio l’industria del cemento e calcestruzzo ha fatto investimenti per più di 100 milioni di euro nello sviluppo di processi e prodotti, apportando un tangibile contributo alla sostenibilità delle opere realizzate. Sostenibilità è il tema centrale, la sfida che il mondo, non soltanto quello produttivo, ha di fronte. Una sostenibilità che sia in grado di coniugare sapientemente nel giusto equilibrio economia, società e ambiente.

L’Europa ha compreso prima degli altri, come quasi sempre da Pericle in poi, la giusta direzione, comprendendo il rischio che stiamo tutti correndo. Per questo si è data obiettivi estremamente sfidanti nella riduzione delle emissioni di gas climalteranti con riferimento ai livelli del 1990. In termini assoluti l’Europa sembra poco rilevante, conta solo per il 10% delle emissioni globali. La portata di questa decisione però va ben al di là dei numeri che leggiamo oggi. Il vecchio continente si pone alla testa di un movimento che avrà successo soltanto se condiviso su scala planetaria. Occorre riconoscere che le nostre emissioni pro capite sono ancora superiori a quelle di paesi in forte crescita come Cina ed India.

Bisogna condividere il concetto che la tecnologia non può e non deve servire soltanto ad aumentare i nostri bisogni (reali o presunti) ma piuttosto, andrebbe impiegata per ridurre l’effetto negativo sul nostro ecosistema. È auspicabile che questa anima ambientalista sia illuminata e accompagnata da regole oggettive e trasparenti. Leggi e normative che dovessero determinare la localizzazione di attività “core” fuori dall’Europa vanificherebbero ogni sforzo. Delocalizzare le emissioni di CO2 non risolve il problema ambientale del pianeta. In questo ambito l’Italia e in particolare la filiera Federbeton corrono un rischio più elevato rispetto ad altre aree europee, in virtù della maggiore esposizione a paesi non ETS che competono senza doversi preoccupare dei costi relativi all’emissione di gas climalteranti.

Il nostro paese sconta un ritardo nella diffusione di pratiche ormai consolidate nei paesi più virtuosi, che determinano un beneficio netto, economico, sociale ed ambientale. L’applicazione sempre più estesa e radicale del concetto di economia circolare e del modello ad esso associato è un ottimo punto di partenza. In questo ambito l’Italia non è certo la prima della classe e la filiera Federbeton può giocare un ruolo importante sia per quanto riguarda il riutilizzo di materie prime seconde in luogo di risorse naturali, sia per la reale capacità di valorizzare, a impatto zero, il residuo non più riciclabile, ultimo stadio del modello stesso. C’è un vantaggio evidente sulle emissioni di gas climalteranti che ricade sull’intera comunità.

Un altro tema di grande attualità è quello delle infrastrutture. Sono riconosciute come uno degli obiettivi qualificanti dell’agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 dell’ONU. Un futuro veramente sostenibile necessita di un’infrastruttura moderna, resiliente, rispettosa dell’ambiente, che faccia fare anche al nostro Paese il salto di qualità ormai imprescindibile. Per questo sono allo studio nuovi materiali, evoluti, sempre più funzionali alle applicazioni e alle soluzioni realizzative. Materiali con basso contenuto energetico e possibilmente riciclabili al 100% alla fine della loro vita utile.

È in questo ambito che credo si giochi la partita più importante della nostra filiera, che fornisce materiali indispensabili per realizzare dighe e basamenti per l’eolico (energia sostenibile), far correre treni superveloci (mobilità sostenibile), funzionale alla realizzazione di edifici più efficienti (edilizia sostenibile). Faremo il nostro meglio per partecipare alla realizzazione di tutto ciò ben consci che il pianeta, relativamente alle alterazioni del clima, è immensamente più resiliente di quanto non sia l’uomo.

Leggi il Rapporto di Filiera Federbeton

Fabrizio Pedetta
Nato a Perugia (1963), laureato in Ingegneria Meccanica all’Università la Sapienza di Roma nel 1989. Perfeziona i propri studi durante l’attività lavorativa presso la SDA Bocconi di Milano, la Pennsylvania State University e la Harvard Business School (PMD Graduate). Inizia nel 1990 la sua carriera nel settore cemento come Responsabile Servizi Tecnici presso lo stabilimento Italcementi di Monselice. In Italcementi ricopre ruoli dirigenziali in varie controllate estere, tra cui Canada, Bulgaria, Egitto, Spagna, dove ricopre il ruolo di Consigliere Delegato Paese. Nel 2010 è Vice Direttore Generale ITC Group, nel 2012 Amministratore Delegato della controllata Calcestruzzi S.p.A. e Direttore Generale Italia, Grecia e Bulgaria di Italcementi S.p.A.. Dal settembre 2016 approda in Colacem S.p.A. dove ricopre la carica di Direttore Generale. In Federbeton è il Coordinatore della Commissione tecnologie e Prodotto.

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