Sostenibilità

La certificazione CSC per un’industria delle costruzioni sempre più trasparente

Arriva dall’Europa il nuovo schema di certificazione CSC, che attesta la gestione responsabile di una filiera produttiva da sempre impegnata per la sostenibilità, nel senso più ampio del termine.

La certificazione CSC approda in Italia grazie all’iniziativa di Federbeton che, nel 2017, assume il ruolo di RSO – Regional System Operator – ovvero di interfaccia nazionale con il gestore dello schema livello globale (CSC – Concrete Sustainability Council) –. La scelta è dettata dalla volontà di mettere a disposizione degli stakeholder uno strumento concreto per misurare il ruolo del settore nella sostenibilità delle costruzioni.

Lo schema riguarda direttamente il calcestruzzo, ma coinvolge tutta la filiera attraverso la certificazione dei fornitori di cemento e di aggregati. Si tratta di uno schema complesso, che valuta la gestione di un sito produttivo a partire dall’organizzazione aziendale all’interno della quale esso è inserito, fino alle caratteristiche specifiche della produzione vera e propria, sottoponendo a verifica aspetti gestionali, ambientali, sociali ed economici. Ciascun produttore può sottoporre a certificazione uno o più impianti produttivi ottenendo un punteggio complessivo dato dalla somma delle performance dell’impianto stesso, dell’azienda nel suo complesso e di tutti i fornitori, se questi a loro volta hanno ottenuto un certificato. La valutazione della conformità ai criteri che compongono lo schema avviene attraverso l’esame di evidenze oggettive. A ciascun criterio è associato un punteggio che andrà a comporre il rating finale: Bronze, Silver, Gold, Platinum

Federbeton, interpretando la volontà della filiera che rappresenta, ha lavorato insieme agli organismi di certificazione per rendere lo schema il più efficace possibile, in considerazione delle peculiarità del mercato italiano. Nascendo a livello globale, lo schema necessita di un adattamento che si differenzia da Paese a Paese. Pur rimanendo all’interno dello stesso sistema, agli RSO come Federbeton è consentito apportare modifiche, in aderenza al contesto tecnico e normativo nazionale. Con questo obiettivo, Federbeton ha operato in due direzioni: allineare le richieste alla normativa nazionale e inserire evidenze aggiuntive per quegli aspetti ritenuti strategici per la sostenibilità nello specifico mercato italiano.

Un altro aspetto sul quale Federbeton ha ritenuto utile agire è stato il confronto con gli organismi di certificazione ai quali è affidata la fase di valutazione, fondamentali per la credibilità dello schema. L’affiancamento sia in fase di verifiche documentali che di ispezioni in impianto si è rivelato particolarmente efficace perché ha consentito agli organismi di contribuire positivamente allo sviluppo e all’affinamento dell’operatività dello schema.

Dopo una prima fase di rodaggio e alcune certificazioni pilota, lo schema CSC si sta affermando, con una partecipazione sempre più ampia delle aziende che fanno capo a Federbeton. Il ruolo della Federazione sarà ora quello di coinvolgere gli stakeholder, mostrando la reale corrispondenza fra criteri certificati e comportamenti virtuosi.

Marco Borroni
Laureato in Ingegneria meccanica presso il Politecnico di Torino, è in Unical S.p.A. (Gruppo Buzzi Unicem), principale produttore di calcestruzzo preconfezionato italiano, dal 1994. Attualmente ricopre il ruolo di Direttore Esercizio e Nuovi Impianti. È componente del Consiglio Generale di ATECAP (Associazione Tecnico Economica Calcestruzzo Preconfezionato) e da giugno 2020 Presidente di ERMCO (European Ready Mix Concrete Organization). È Chairman dell'ESD (ERMCO Strategy and Development Committee) e membro del Working Group4 GCCA (Global Cement and Concrete Association).

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