Architettura

Little Island: il calcestruzzo trasforma il paesaggio urbano fra natura e arte

Lo scorso 21 maggio, i cittadini di New York hanno potuto scoprire per la prima volta Little Island, un’oasi verde di 10mila metri quadrati sospesa sull’acqua lungo la riva occidentale del fiume Hudson. Durato otto anni e costato 260 milioni di dollari, il progetto è stato fortemente voluto dall’imprenditore Barry Diller e dalla stilista Diane von Furstenberg e sviluppato dallo studio architettonico di Thomas Heatherwick – che in città aveva già progettato la struttura panoramica The Vessel – e da Signe Nielsen, di MNLA, che si è occupata della vegetazione.

Little Island sorge accanto a ciò che rimane del Pier 54, il molo distrutto dalla furia dell’uragano Sandy nel 2021. Photo credit: Michael Grimm

L’isoletta artificiale occupa l’area del Meatpacking District sud di Manhattan, accanto a ciò che rimane del Pier 54, il molo che nel 1912 vide sbarcare dal Caparthia i superstiti all’affondamento del Titanic, distrutto nel 2012 dall’uragano Sandy. Il titolo originario del progetto era infatti Pier 55.

Un luogo ricco di storia che oggi diventa simbolo di una città che vuole ricominciare. Little Island è parte di un ampio e ambizioso piano di riqualificazione del paesaggio urbano, nato con l’obiettivo di creare un’esperienza immersiva fra natura e arte e offrire ai cittadini un luogo di svago in un paesaggio unico nel suo genere. Little Island attrae infatti i visitatori con i suoi percorsi naturalistici che si snodano tra colline e terrazze panoramiche e con un fitto programma di spettacoli e performance artistiche, regalando al contempo una vista privilegiata sul celebre skyline newyorkese.

Le aree verdi rappresentano una componente fondamentale del progetto: sono stati piantati più di 66mila bulbi e 114 alberi, alcuni dei quali cresceranno in altezza per quasi 20 metri, per un totale di 400 specie diverse di piante che ricreano la vegetazione tipica dei microclimi nordamericani e promuovono la biodiversità nel sito. 

I percorsi naturalistici e gli spazi gioco di Little Island. Photo credit: Michael Grimm


Un’isola nell’isola, all’avanguardia, dove architettura e natura si intrecciano. Per progettarla gli architetti si sono ispirati alle caratteristiche strutture di sostegno dei vecchi moli, accostando ai pali in legno recuperati dal Pier 54 280 pali in calcestruzzo, strutture prefabbricate che posano le loro fondazioni 60 metri sotto il livello dell’acqua. Parte dei pali funge da supporto ai 132 “tulipani”, sempre in calcestruzzo, che ricordano il Calderone Olimpico di Londra, progettato dallo stesso studio di design. Per creare i 132 maxi-vasi, tutti diversi tra loro e dal diametro di circa 6 metri, sono state utilizzate nel complesso 39 casseforme differenti. Ogni tulipano è stato progettato per essere assemblato a partire da più “petali” (da 4 a 6 per ciascun fiore) per agevolare il trasporto. Per dare movimento alla superficie è stato usato uno schema geometrico ripetuto per posizionare i tulipani con altezze e inclinazioni variabili. Heatherwick Studio ha lavorato a stretto contatto con un produttore locale per far sì che il calcestruzzo avesse una superficie liscia e tattile.

I tulipani in calcestruzzo su cui si sviluppa Little Island. Photo credit: Michael Grimm


La scelta del calcestruzzo per realizzare la struttura principale è stata dettata dalla sicurezza degli utenti del parco e dell’ambiente marino. Il calcestruzzo si è rivelato infatti il materiale privilegiato per resistere alle condizioni estreme del fiume. Inoltre, l’idea di innalzare il parco grazie ai pali in calcestruzzo consente alla luce solare di raggiungere l’habitat marino e creare un terreno fertile protetto per la vita sott’acqua.

Le terrazze panoramiche di Little Island create dai tulipani in calcestruzzo. Photo credit: Michael Grimm


Non è la prima volta che lo studio Heatherwick sceglie il calcestruzzo per i suoi progetti, unendo le sue proprietà funzionali a quelle estetiche. A Cape Town il gruppo guidato da Thomas Heatherwick, partendo da sili di grano in disuso, ha dato vita a un edificio unico nel suo genere, che oggi ospita il Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA), il più grande museo al mondo dedicato all’arte contemporanea africana e alla sua diaspora. L’idea progettuale nasce dal riuso e dalla trasformazione dello storico Grain Silo, complesso risalente agli anni Venti dove veniva depositano il grano di tutto il Sud Africa, per dare vita a un edificio che diventasse un monumento memoriale della storia industriale di Cape Town. I 42 cilindri in calcestruzzo di cui era composto il complesso sono stati tagliati secondo un piano ricurvo tridimensionale, per scavare uno spazio centrale, l’atrio, concepito come cuore del museo, attorno al quale sono state dislocate le gallerie espositive. Per mantenere il senso di leggerezza desiderato da Heatherwick, non sono stati utilizzati pilastri e travi, ma si è scelto di rinforzare internamente i cilindri con una nuova fodera in calcestruzzo.

I sili di calcestruzzo tagliati dello Zeitz MOCAA. Photo credit: dbrnjhrj – stock.adobe.com


Little Island – così come altri progetti di Thomas Heatherwick – dimostra come il calcestruzzo, oggi, non si limiti a offrire performance innovative che possono contribuire a migliorare la qualità della vita nelle nostre città, ma sia diventato un elemento fondamentale sia dal punto di vista della tecnica che della forma. La versatilità e la resistenza del materiale permettono infatti di ottenere delle strutture altamente personalizzabili ed esteticamente significative.

Panorama notturno su Little Island. Photo credit: Michael Grimm


Foto di copertina: Michael Grimm

Redazione
Redazione Tecnica del Blog Federbeton.

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