Il nuovo terminal marittimo per traghetti e navi da crociera a Salerno è la prima opera di Zaha Hadid completata dallo studio ZHA dopo la sua morte.
Un’altra opera nella quale l’artista ha scelto il calcestruzzo per dare forma alle sue idee innovative, a un’opera che diventa collegamento fra uomo e natura.
Descritto dallo stesso studio ZHA come “simile a un’ostrica”, il Terminal marittimo di Salerno presenta un guscio esterno in calcestruzzo ondulato e un interno formato da rampe in leggera pendenza. Il calcestruzzo esterno, come una conchiglia asimmetrica, protegge gli elementi interni, riparando i passeggeri dall’intensità del sole mediterraneo.
Si tratta di un’opera che si inserisce nella visione più ampia per il rilancio della città.
L’edificio si compone di tre aree, pensate dal team di progettazione come componenti a incastro. Una di esse ospita gli uffici della dogana e quelli delle compagnie di navigazione, mentre le altre due costituiscono i terminal veri e propri.
I pavimenti a rampa portano passeggeri dal livello della banchina al livello di imbarco per le navi di grandi dimensioni.
Mentre i viaggiatori regionali seguono un percorso diretto, quelli internazionali sono guidati attraverso il check-in verso le aree dei controlli di sicurezza e della dogana.
Gli spazi sono organizzati attorno a punti di incontro naturali, tra cui un ristorante e una sala d’attesa. Come l’esterno, anche gli spazi interni sono delimitati da superfici di calcestruzzo faccia a vista.
Il terminal rappresenta una transizione graduale tra terra e mare, sia funzionalmente che visivamente, come una parte dello stesso territorio costiero che media tra solido e liquido. Ancora una volta, il calcestruzzo esprime la propria naturale capacità di integrarsi e fondersi con il paesaggio naturale, proprio come “pietra liquida”, per usare le parole di Nervi.