L’utilizzo dei CSS (combustibili solidi secondari) nelle cementerie come opportunità per l’ambiente, per l’industria e per la collettività. Ne parliamo con Roberto Callieri, Presidente Federbeton, Giorgio Quagliuolo, Presidente Corepla, Davide Tabarelli di Nomisma Energia ed Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Conduce Helga Cossu.
In un mondo popolato da oltre sette miliardi di persone alle prese con crisi energetica e cambiamento climatico, a dominare le politiche industriali in ogni settore è il concetto di sostenibilità. Quella ambientale è l’obiettivo imprescindibile delle aziende anche di quelle apparentemente meno green. Una cementeria, per esempio, può essere considerata sostenibile? La risposta è si se la produzione del cemento viene realizzata attraverso processi più attenti all’ambiente. In Europa diversi paesi da tempo sostituiscono i prodotti petroliferi con i cosiddetti CSS: combustibili solidi secondari. Si ricavano dalla lavorazione dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali che non è possibile riciclare e neppure riutilizzare. Un’alternativa meno inquinante rispetto alle fonti fossili tradizionali ma in Italia la sostituzione dei prodotti petroliferi con i css è limitata al 22%, nel resto d’Europa la media è del 52% con Paesi che arrivano oltre il 70%.