CorporateSostenibilità

Costruire un futuro sostenibile: il contributo della filiera del cemento alla decarbonizzazione e alla ripartenza del Paese

La filiera del cemento e del calcestruzzo vuole essere protagonista della transizione ecologica, contribuendo alla sostenibilità delle opere con materiali affidabili, sostenibili e innovativi. Attorno a questo si è sviluppato l’evento Costruzioni sostenibili: cemento e calcestruzzo protagonisti della transizione. Il Presidente di Federbeton, Roberto Callieri, ne ha parlato con Alessandro Morelli, Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili insieme a rappresentanti del mondo associativo, accademico e delle imprese.

Federbeton ha presentato a Made Expo la strategia della filiera per vincere la sfida della decarbonizzazione. Dal dibattito sono emersi tutto l’impegno e le potenzialità della filiera che ha un ruolo strategico per raggiungere la neutralità carbonica al 2050. L’industria del cemento ha definito un percorso che si articola in obiettivi intermedi, strumenti e scadenze e prevede investimenti per un totale di 4,2 miliardi di euro ed extra-costi operativi di circa 1,4 miliardi annui.

Diverse sono le azioni ipotizzate per raggiungere le emissioni nette zero al 2050, dall’adozione di soluzioni di transizione a ridotto impatto di CO2 all’applicazione su larga scala di tecnologie per la cattura della CO2. Nell’immediato l’industria può contare su soluzioni già disponibili come l’utilizzo di combustibili alternativi in sostituzione di quelli fossili o la sostituzione di parte delle materie prime con materiali provenienti da altri processi produttivi, diminuendo l’impronta carbonica dei prodotti finali.

Dal punto di vista dei materiali si punta da un lato a ridurne l’impatto e dall’altro a migliorarne le prestazioni per consentire di limitare le quantità impiegate nelle opere e quindi il consumo di risorse naturali. La profonda conoscenza tecnologica propria del settore ha consentito, inoltre, di svelare caratteristiche inespresse. Oggi il calcestruzzo può essere drenante, fotoluminescente, fotocatalitico.

«Con l’evento di oggi Federbeton vuole condividere con l’intera filiera delle costruzioni e con le istituzioni il proprio impegno e le potenzialità che è in grado di mettere in campo per contribuire alla transizione ecologica – ha dichiarato Roberto Callieri, Presidente di Federbeton -. Il nostro Paese si trova oggi ad affrontare due sfide importanti: quella per la carbon neutrality, condivisa a livello europeo, e quella infrastrutturale. Si tratta di due sfide fortemente connesse fra loro e la filiera del cemento e del calcestruzzo è pronta ad accoglierle entrambe.  L’impegno di un settore non sarà però sufficiente a vincere sfide così impegnative e complesse. È fondamentale un approccio di sistema con il sostegno dalle istituzioni, un contesto culturale favorevole, un utilizzo consapevole dei materiali da parte di progettisti e imprese e, di base, un dialogo trasversale che coinvolga tutte le componenti del Paese». 

Si tratta, infatti, di ambiziose prospettive di sviluppo non esenti, purtroppo, da rischi. C’è il rischio concreto che il tessuto industriale italiano perda competitività nei confronti deiPaesi extra-UE che hanno standard ambientali, e di conseguenza costi, più bassi.

È un errore pensare che si stia parlando di un problema limitato al comparto del cemento. La ricaduta negativa interesserà un ampio contesto economico e sociale.

Il cemento e il calcestruzzo sono, infatti, materiali indispensabili, che sono alla base della vita quotidiana, della mobilità, della sicurezza, della stessa crescita economica del Paese. La perdita di competitività dell’industria nazionale significherebbe quindi legare l’approvvigionamento alle importazioni dall’estero, rendendo molto più instabili i flussi e i livelli di costo e mettendo in difficoltà l’intera filiera delle costruzioni, rallentando i cantieri pubblici in una fase positiva in cui le costruzioni stanno trainando una importante ripresa economica.

Dal punto di vista ambientale, inoltre, si assisterebbe alla “delocalizzazione” delle emissioni in Paesi che non sono soggetti a normative così puntuali come quelle europee, con un impatto globale maggiore. A peggiorare la situazione contribuirebbero, inoltre, le più ampie distanze di trasporto.

Tutto questo desta grande preoccupazione, soprattutto nel contesto di emergenza infrastrutturale che necessita di un materiale affidabile per consegnare al Paese opere sicure e sostenibili.

L’evento è stato l’occasione per condividere la necessità di agire sin da subito con consapevolezza per supportare adeguatamente il settore e consentire all’industria italiana di esprimere il proprio contributo alla transizione ecologica.

Le proposte di Federbeton:

  • Misure di supporto e protezione dell’industria: alcune sono già inserite nella pianificazione europea del pacchetto Fit for 55 e nei programmi del Governo, ma è necessaria un’accelerazione, con provvedimenti adeguati e di immediata applicazione a tutela del settore. Non si può attendere il 2026 per l’entrata in vigore del meccanismo di adeguamento CBAM (Carbon Border Adjustment) per proteggere la competitività dell’industria nazionale dalle importazioni extra-EU. Nel 2026 l’industria italiana del cemento potrebbe già non avere più le dimensioni di oggi. 
  • Oneri legati alle emissioni indirette: sarebbe auspicabile integrare nel meccanismo CBAM anche le emissioni indirette, legate alla produzione di energia elettrica. In Europa, infatti, il settore del cemento non può fruire del rimborso degli oneri emissivi legati ai consumi elettrici, a differenza della maggior parte delle industrie energivore. Per lo stesso motivo è necessario includere il comparto fra gli energivori elencati nelle nuove Linee guida per gli aiuti di Stato per il clima, l’ambiente e l’energia.
  • Tecnologie break-through: le imprese avranno bisogno di un supporto per lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie all’avanguardia, come la cattura della CO2, previste nella strategia di decarbonizzazione del settore e fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi.
  • Caro materiali: è fondamentale ampliare radicalmente la dotazione finanziaria (100 milioni nella bozza di legge di bilancio) del “Fondo per la revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici” per difendere le imprese di costruzione dal caro materiali. L’attuale previsione di spesa è insufficiente. Vanno rassicurate le imprese di costruzione che gli extra costi dei materiali verranno rimborsati con meccanismi rigorosi, controllati, e che i rimborsi saranno più tempestivi.
  • Tempi di pagamento: si dovrà cogliere l’opportunità del prossimo adeguamento delle norme sugli appalti pubblici per inserire misure a tutela dei tempi di incasso per tutti gli operatori delle opere pubbliche. Si dovrà pensare anche a un sistema di adeguamento dei corrispettivi, in previsione del fatto che nei prossimi anni tutti gli operatori saranno esposti a “forti e inattesi scossoni” determinati dall’ambizione climatica europea e che si trasmettono, attraverso energia e materiali, all’intera filiera delle costruzioni.
Ufficio Stampa
Ufficio Stampa Federbeton

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.