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I gioielli in cemento: l’architettura al servizio del design contemporaneo

La fusione unica di forme geometriche, elementi naturali e cemento dà vita a gioielli che armonizzano l’eleganza astratta, la bellezza naturale e la forza della materia.

Se il cemento può essere considerato il materiale iconico dell’architettura del Novecento, non è un caso che proprio Frank Lloyd Wright, uno dei suoi più esimi rappresentanti e figura tra le più influenti del XX secolo, sia la fonte di ispirazione per una collezione di gioielli tra le più originali degli ultimi anni.

La fondazione che porta il suo nome ha infatti recentemente messo a disposizione dell’artista e designer canadese Karen Konzuk, i bozzetti inediti del 1927 che Wright disegnò per la copertina della rivista Liberty, bozzetti che gli editori della rivista giudicarono troppo avanguardistici per l’epoca, ma che nel tempo si sono confermati un punto di partenza per nuove sperimentazioni.

Attraverso la condivisione del concetto di architettura organica, Karen persegue l’ideale di Wright fondato sull’armonia tra uomo e natura; le sue creazioni sono pensate per unire il corpo agli oggetti; i suoi gioielli sono architettura da indossare, e il cemento che utilizza in gran parte delle sue collezioni riflette la sua passione per i materiali industriali e per le linee pulite dell’estetica minimalista.

Per dare vita ad anelli, ciondoli e orecchini, tra gli inediti messi a disposizione dalla Frank Lloyd Wright Foundation, la Konzuk ha scelto il paesaggio astratto dell’Arizona del “Saguaro Forms and Cactus Flowers”,

le forme architettoniche dell’”Imperial Hotel di Tokyo”,

e l’incastro geometrico dei “March Baloons”.


Nella collezione dedicata a Wright, Karen utilizza l’acciaio, il cemento e il colore, interpretando la geometria algoritmica, i disegni astratti e i materiali prediletti dal grande architetto; è doveroso inoltre sottolineare come i proventi delle vendite dei gioielli contribuiscano alla conservazione degli edifici Taliesin, da lui progettati e oggi inseriti nel Patrimonio mondiale dell’Unesco.

L’approccio organico di Frank Lloyd Wright, mirato ad enfatizzare l’integrazione tra architettura e ambiente, si riflette in tante altre preziose produzioni riconducibili ad un artigianato di design contemporaneo che si sta espandendo sia in Italia che all’estero; i gioielli di queste collezioni esprimono lo stesso concetto attraverso l’utilizzo del cemento combinato a materiali di natura organica come la corteccia degli alberi o a minerali come il ferro, il rame e l’oro.

Natura e civiltà si fondono con l’intento di nobilitare il concetto di ruvidezza e impenetrabilità; contrariamente a quello che si può pensare, infatti, il cemento è un materiale molto leggero che grazie alla sua porosità riesce a conservare un peso specifico più basso anche del vetro e della ceramica.
Questa peculiarità permette di creare forme e consistenze diverse, adattabili a collane, bracciali, ciondoli e orecchini senza alcun impatto sulla loro pesantezza.

I gioielli sono già di per sé un simbolo di identità e rappresentano qualcosa di estremamente personale, a conferma di ciò quelli in cemento sono per lo più pezzi unici, lavorati a mano dai loro creatori per esaltarne la versatilità, e anche l’utilizzo di stampi, durante la colatura, contribuisce alla realizzazione di opere diverse tra loro sia per forma che per sfumature.

La maggior parte delle collezioni predilige le forme geometriche in equilibrio tra nette angolature a sagome tondeggianti, ma non mancano esempi di fogge meno rigide che nascono dalla lavorazione di particolari miscele di cemento già utilizzate in edilizia e rivelatesi estremamente adatte ad essere testate su piccoli oggetti.

È il caso di alcuni gioielli realizzati dalla designer Eleonora Ghilardi in cemento biodinamico, una malta speciale mescolata a sfridi derivanti dalla lavorazione del marmo di Carrara, che grazie alla sua lucentezza e dinamicità consente la lavorazione di forme complesse, associate per l’occasione a materiali compositi come ottone, resine, conchiglie e frammenti di corallo.

Collana della collezione “DEEP BLUE”, Eleonora Ghilardi. Realizzata in cemento biodinamico, pigmenti, resina, ottone.

Il cemento biodinamico è lo stesso utilizzato per la costruzione di Palazzo Italia in occasione di Milano Expo 2015 e Palazzo Dior a Miami, edifici che spiccano per innovazione ed ecosostenibilità, grazie anche al principio attivo contenuto in questo materiale speciale che a contatto con l’aria cattura alcuni agenti inquinanti contribuendo alla pulizia dell’aria; e così, in ottica ambientale anche i gioielli, grazie all’utilizzo di materiali alternativi, concorrono a sottolineare l’impegno nel voler preservare il pianeta in ogni modo.

Orecchini della collezione “TASMAN SEA”, Eleonora Ghilardi. Realizzati in cemento biodinamico, resina, frammenti di conchiglia e coralli, argento e acciaio.

La nota che accomuna la maggior parte dei designer di gioielli in cemento è sicuramente la dichiarata intenzione di voler creare qualcosa che generi armonia tra corpo e materia, ma soprattutto che sia unico. Lavorando il cemento si accetta la sua natura senza la pretesa di volerlo cambiare; lo si nobilita cancellando ogni accezione negativa; lo si lavora come se fosse una gemma o un cristallo interpretandone in alcuni casi le forme, trasgredendo l’idea comune che il cemento non sia riconducibile al corpo. Vengono meno i principi convenzionali della gioielleria a favore di approcci creativi che strizzano l’occhio all’avanguardismo architettonico del ‘900.

L’integrazione con l’ambiente, la fluidità e la simbiosi sia strutturale che concettuale tra uomo e natura di Wright si confermano le fonti di ispirazione principali a cui attinge la maggior parte dei designer che hanno scelto il cemento come materiale con cui ristabilire un contatto e creare una dialettica tra gli elementi, proprio come fece il grande architetto con La casa sulla cascata (Fallingwater), costruzione simbolo di armonia tra ambiente e “costruito”.

È indubbio che, negli ultimi anni, c’è stato un crescente interesse nell’utilizzo del cemento per la creazione di gioielli che ne ha diffuso la sperimentazione da più parti e da più punti di vista. L’approccio innovativo legato alla scelta di un materiale apparentemente inusuale, specialmente quando applicato a oggetti di dimensioni ridotte, ha condotto alla realizzazione di creazioni uniche e audaci. Sfidando le convenzioni tradizionali, queste opere hanno contribuito a ridefinire gli standard estetici, offrendo contemporaneamente una prospettiva fresca e rivoluzionaria nel contesto della moda e della gioielleria di design.



In copertina: Collana della collezione “GOTHAM”, Eleonora Ghilardi. Realizzata in cemento, pigmenti, resina e rame.

Simona Albani
Simona Albani nasce a Roma, dove vive e lavora; ha studiato Lettere Moderne all’Università La Sapienza; è co-fondatrice dell’associazione culturale “Progetti Smarriti” con la quale promuove e cura mostre ed eventi sul territorio nazionale. Ama scrivere di arte, letteratura e viaggi con particolare attenzione alle tematiche ambientali e al recupero del paesaggio e dell’ecosistema. Tra i progetti più importanti, nel 2016, in collaborazione con altre associazioni e il patrocinio del Comune di Castel Gandolfo, ha curato la comunicazione, la logistica e la direzione artistica del progetto di riqualifica e valorizzazione urbanistica del terminal bus in occasione del Castel Gandolfo Street Art Festival.

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