Architettura

Il monastero buddhista di Santacittarama

Il monastero buddhista di Santacittarama si trova lungo la via Salaria, circa a metà strada tra Roma e Rieti, poco distante dalla consolare, nel territorio comunale di Poggio Nativo (RI). Fondato nel 1990, il Santacittarama (una parola che può tradursi con l’espressione “il giardino del cuore sereno”), viene incontro al crescente interesse di molti buddhisti italiani e di una vasta comunità di immigrati dai paesi del Sud Est Asiatico.

L’arrivo della tradizione Buddhista Theravada (i monaci della foresta) nel territorio italiano fa parte di un processo di trasferimento di questa antica tradizione da oriente verso i paesi occidentali, intrapreso nella seconda metà del Novecento da un venerato monaco Thailandese, Luang Por Cha, e da un monaco statunitense, Luang Por Sumedho. Questa presenza ha stimolato alle nostre latitudini, come anche in altri paesi del mondo occidentale, la creazione di importanti centri per la pratica di tale culto. La “tradizione della foresta” vuole che la pratica si svolga vicino alla natura, a contatto con essa, lontano dai rumori, dalle infrastrutture, dagli spazi urbani, e procede così da oltre 2500 anni, basandosi su regole semplici ma molto rigorose e una vita monastica che si tramanda da secoli praticamente inalterata.

Inevitabilmente, oggi, il contatto con tale disciplina riceve sempre più attenzione e sta interessando, via via, fasce sempre più ampie di praticanti. Parallelamente le strutture necessarie agli insediamenti hanno dovuto subire vari adattamenti per via delle condizioni climatiche ben diverse da quelle del Sud Est Asiatico. Ne è pregevole esempio il monastero di Santacittarama, un armonioso fabbricato di 4 piani, ai margini di un ampio bosco, nel cuore di un’area verde attraversata dal torrente Riana.
Quando i primi monaci, di varie nazionalità, si sono insediati in questo angolo della Sabina hanno iniziato ad usare alcuni casolari rustici preesistenti trasformati per le varie funzioni monastiche. Le aumentate necessità funzionali, conseguenti al crescente interesse e alla costante frequentazione di laici interessati al culto, ha fatto scaturire con naturalezza la necessità di strutturare i luoghi in maniera maggiormente consona alle richieste di spazi per la pratica religiosa.

Ph. Salvatore Giuseppe Italiano

Le strutture originarie per questo tipo di monasteri, tradizionalmente, sono sempre state concepite secondo schemi e canoni nati e perfezionati in Estremo Oriente, coerentemente col clima di quei territori. L’architetto che ha concepito l’opera ha tenuto conto delle regole di quella tradizione, sulla base di una sua ricerca formale basata su appunti di viaggio, visitando alcuni tra i principali monasteri del Sud Est Asiatico. Ma per la realizzazione del monastero di Santacittarama, tali regole si sono dovute a loro volta adattare al differente clima e alle differenti tecnologie costruttive ed hanno trovato la partnership vincente nella tecnologia del calcestruzzo armato.

Ph. Salvatore Giuseppe Italiano

L’edificio, grazie alle potenti peculiarità costruttive e prestazionali del conglomerato cementizio, riesce a fornire affidabilità e comfort anche in una zona ad alta sismicità, rispondendo ai requisiti prestazionali imposti dalle norme vigenti in materia strutturale e garantendo adeguata durabilità.
È stato agevolmente possibile, inoltre, ottenere la massima ottimizzazione degli spazi, grazie alla versatilità della tecnologia costruttiva adottata.

Il fabbricato, come detto, si sviluppa su 4 livelli, disposti a ridosso di un declivio.

Dall’area generale del monastero è visibile solo il livello sommitale, un pregevole padiglione che alloggia la Sala di Meditazione principale, collegata a tutta l’area del monastero con un ponticello di legno. Al di sotto del padiglione si sviluppano tre livelli ulteriori: il piano intermedio con alcune residenze dei monaci, una sala di meditazione più piccola, una biblioteca e un blocco servizi per i visitatori. Ancora al di sotto, un piano contiene i laboratori per il lavoro manuale dei monaci, la lavanderia, i locali tecnici e un magazzino nella parte interrata.

Ph. Salvatore Giuseppe Italiano

Il piano basamentale contiene un locale tecnico, un deposito ed è di dimensioni minori trovandosi alla base del declivio. Dal punto di vista strutturale, questo livello costituisce sia una porzione del basamento del fabbricato, sia un contrafforte per la stabilità del pendio, grazie ad un muro di contenimento lungo i tre lati del piano. Analoga funzione è svolta dal piano immediatamente superiore, che addossato al declivio, è anch’esso delimitato, in parte, da pareti di cemento armato di contenimento. Le fondazioni sono realizzate con travi incrociate di calcestruzzo armato, su micropali tubolari e con pareti di contenimento.

Il sistema di pareti e pilastri di cemento armato costituiscono, poi, le strutture in elevazione. Dal lato Ovest sono visibili 4 grandi pilastri a tutta altezza, che hanno sezione circolare e caratterizzano i 4 livelli del fabbricato. Gli impalcati, sono tutti realizzati in c.a., ad eccezione della copertura in legno lamellare dell’ultimo livello (applicazione, quest’ultima, che testimonia la potente capacità del cemento armato di ottimizzare questi innesti con tecnologie diverse).

Ph. Salvatore Giuseppe Italiano

Il sistema strutturale adottato ha mostrato tutta la sua versatilità, consentendo di eliminare alcuni pilastri in corrispondenza delle due sale di meditazione e di ottimizzare la distribuzione e il pregio architettonico dei vari ambienti.

Intorno al fabbricato, completa l’opera una parete realizzata con blocchi in c.a.v. (cemento armato vibrato) con inverdimento verticale, gradevole esempio di “green wall”, basato sul sistema statico di muro a gravità, e in grado di armonizzarsi con i declivi naturali grazie all’attecchimento della vegetazione all’interno del sistema costruttivo utilizzato.

Progettisti: Arch. Aldo di Domenico e Studio di Architettura SPSK di Roma
Direttore dei lavori, coordinatore per la sicurezza, progettista delle varianti: Ing. Salvatore Giuseppe Italiano
Impresa: Nomatt s.r.l. del Geom. Antonio Nobili, Talocci (RI)

Salvatore Giuseppe Italiano
Ingegnere civile strutturista, laureato all’Università “La Sapienza” di Roma nel 1996, dal 1997 al 2009 ha collaborato con la redazione della rivista “L’Industria Italiana del Cemento” per la quale è stato autore di numerosi articoli, dossier e recensioni. Dallo stesso periodo, dopo i primi anni di esperienze in studi professionali e incarichi dirigenziali in pubbliche amministrazioni, svolge, per committenze pubbliche e private, attività di libero professionista nel campo della progettazione e direzione dei lavori (tra cui quella relativa allo stesso monastero di Santacittarama oggetto dell’articolo), della verifica sismica del patrimonio edilizio esistente e di edifici storici, di conduzione dell’iter tecnico-amministrativo e finanziario.

You may also like

Comments are closed.