ArchitetturaLifestyle

I corpi celesti di Nancy Holt

La sperimentazione visiva e la ricerca spasmodica della focalizzazione del paesaggio sono i due principali motivi che hanno ispirato l’artista statunitense Nancy Holt (1938-2014); la sua ricerca personale si è concentrata sull’osservazione della natura e dei suoi fenomeni dando alla Land Art, di cui è una delle più riconosciute rappresentanti e sostenitrici, un valore cosmico.

Non a caso le sue due opere più famose “Sun Tunnels” e “Dark Star Park” si rivolgono allo spazio inteso come unione di ordine, armonia e bellezza; il “peso” del cemento e la sua concretezza trovano perfettamente una loro collocazione sia nel deserto che in un parco cittadino, a dimostrazione di come sia possibile unire paesaggi e intrusioni materiche senza che gli uni siano di disturbo alle altre.

L’amore per le arti visive e le sue tecniche fanno da filo conduttore alla creazione delle due mastodontiche installazioni; attraverso degli escamotage strutturali, entrambe hanno il compito di catturare porzioni di paesaggio e momenti diversi di luce e ombre; nei suoi interventi Nancy Holt ha sempre voluto fornire allo spettatore un motivo di sorpresa e uno strumento per guardare con occhi diversi il paesaggio circostante.

Affinché la Holt potesse realizzare con precisione certi effetti legati al movimento del sole e alla posizione di alcune costellazioni, nonché al ripetersi di particolari eventi in determinati periodi dell’anno, è stato necessario coinvolgere anche astrologi, astrofisici e ingegneri, oltre alle ditte appaltate per la fornitura dei materiali e ai suoi tecnici, che si sono naturalmente occupati della parte logistica, di trasporto e riposizionamento dei blocchi di cemento.

Sun Tunnels, Great Basin Desert, Utah – Foto di Patrick Hendry su Unsplash

“Sun Tunnels” si trova nel Great Basin Desert, nello stato dello Utah, l’unica zona desertica del paese in cui nevica d’inverno; chissà se questa eccezionale condizione atmosferica abbia influenzato l’artista nella scelta del luogo, ma ha senz’altro lasciato al paesaggio un modo in più per apparire “altro” a seconda delle stagioni. I quattro tubi di cemento lunghi 5,5 metri e larghi 2,7 sono disposti a croce e posizionati in modo da catturare il sole durante il solstizio estivo e invernale; inoltre i fori presenti sulla superficie, così disposti, proiettano all’interno del tunnel le costellazioni del Drago, di Perseo, Columba e Capricorno.

Questi corridoi di luce hanno il compito di avvicinare il cielo alla terra, di riprodurre il cosmo all’interno di un caleidoscopio gigante. Lontano dalla civiltà, sospese in un tempo e in uno spazio vasto come quello desertico, le quattro strutture spezzano lo sguardo indefinito del visitatore, coinvolgono l’essere umano nell’opera stessa in cui è possibile entrare, camminare e sedere per leggerne le linee e i segnali che arrivano dal cielo. Il cemento, nonostante la sua accezione fredda e impenetrabile, grazie al contributo spirituale dell’artista, si trasforma così in un accogliente rifugio.

Sun Tunnels, Great Basin Desert, Utah

Dal deserto dello Utah ci spostiamo ad Arlington in Virginia, e precisamente al “Rosslyn Dark Star Park” dove la Holt volle realizzare un’opera di recupero ambientale; là dove ora da 35 anni sorge il parco delle “stelle cadenti”, esisteva un’area abbandonata e di grosso degrado in cui però l’artista vide del potenziale sia artistico che sociale.

Nel 1979 Nancy cominciò la sua sfida con l’intento di ribaltare la visione di quel luogo e, anche in questo caso, con il fine di coinvolgere i cittadini, di farli fermare a osservare e a guardare in modo diverso un posto che conoscevano e che non amavano. Il suo compito riguardava non solo aspetti artistici, ma soprattutto e mai come in questo caso, presentava caratteristiche sociali e culturali importanti.

Un parco cittadino ha di per sé il compito di dare respiro ai suoi avventori; nel caso di Rosslyn, si trattava di ripensare uno spazio che avrebbe comunque, per posizione topografica, dovuto convivere con il caos del traffico oltremodo caotico della zona circostante. Nancy creò quindi un’oasi nel deserto alienante della città dove le persone avrebbero avuto modo di guardare il cielo sulla terra. Lo fece creando delle grosse sfere di cemento che rappresentano delle stelle cadenti e insieme alle sfere fece installare dei pali di ferro; le sfere e i pali furono posizionati in modo tale che solo il 1° agosto di ogni anno, alle ore 09.32 del mattino, l’ombra proiettata dalle sfere si allinei perfettamente con l’ombra delle strutture verticali. La data fu scelta in quanto corrisponde al giorno in cui William Ross nel 1860 acquistò il terreno che fu chiamato Rosslyn; riguardo all’ora, sembra che la Holt lo scelse in quanto le piacevano le linee della luce in quel preciso istante.

Oltre alle sfere, progettò dei tunnel e delle piccole piscine utilizzando una speciale malta composta da cemento, sabbia e acqua; un materiale spesso utilizzato per costruire piscine. Il Dark Star Park fu realizzato in circa sette anni e oltre a essere un parco cittadino resta prima di tutto un’opera artistica socialmente utile.


Dal sole ad altre stelle ma pur sempre di elementi dell’universo si parla e con essi la Holt ci ha lasciato riflettere e incuriosire; i suoi corpi celesti si appropriano del territorio; i tunnel del sole diventano degli improbabili osservatori astronomici, e le stelle cadenti si appoggiano sui prati di un parco quasi in maniera impercettibile. Entrambe le opere riescono a occupare lo spazio senza invaderlo, anzi ne sono portavoce indiscusso, esaltando la visione cosmica dell’artista.

Simona Albani
Simona Albani nasce a Roma, dove vive e lavora; ha studiato Lettere Moderne all’Università La Sapienza; è co-fondatrice dell’associazione culturale “Progetti Smarriti” con la quale promuove e cura mostre ed eventi sul territorio nazionale. Ama scrivere di arte, letteratura e viaggi con particolare attenzione alle tematiche ambientali e al recupero del paesaggio e dell’ecosistema. Tra i progetti più importanti, nel 2016, in collaborazione con altre associazioni e il patrocinio del Comune di Castel Gandolfo, ha curato la comunicazione, la logistica e la direzione artistica del progetto di riqualifica e valorizzazione urbanistica del terminal bus in occasione del Castel Gandolfo Street Art Festival.

You may also like

Comments are closed.