Architettura

Il cemento come filtro tra il costruito e la natura

Due progetti sono stati scelti perché pongono il centro del loro concept sulla materia cementizia selezionata come il materiale d’eccellenza per trattare il confine tra il costruito e l’ambiente naturale. Il primo progetto è a firma dello studio Pablo Pita Arquitectos, si tratta della Forja House, situata a Cinfães, cittadina del Portogallo che si trova a 80 km ad est di Porto, in una regione caratterizzata dal verde della Serra de Montemuro e dal fiume Douro. La casa unifamiliare si articola su più livelli, in un parallelepipedo di cemento, a base rettangolare, che si incastona nella natura del terreno collinare caratterizzato da una successione di pendii, quello che gli stessi architetti hanno definito come «un semplice gesto incorporato nel pendio».

Grandi vetrate si alternano su questa scatola cementizia che si aggrappa al terreno offrendo viste sorprendenti sulla natura circostante. Il grigio del cemento non caratterizza solo i prospetti del volume, che si mimetizza come roccia rispetto al verde della natura circostante, ma anche i pavimenti esterni ed interni rendendo l’ambiente un unicum tra dentro e fuori, tra naturale e costruito, tra pubblico e privato; inoltre, grandi lastre di cemento offrono un paesaggio minimo esterno caratterizzato da una piscina di cemento schiacciata contro il pendio roccioso, come se tutto il progetto fosse una parte naturale scaturito della roccia. Quando la notte scende, grazie alle grandi porzioni trasparenti, l’edificio sembra trasformarsi in una lanterna che rischiara il bosco.

Il cemento, essendo una pietra artificiale, è il miglior materiale capace di mimetizzarsi nella natura, sembra roccia, e per questo motivo è stato scelto come unico materiale del progetto che vuole essere una porta di accesso e di fruizione delle cascate Steinsdalsfossen in Norvegia. Il progetto, a firma dello studio Jarmund/Vigsnæs Architects, risponde alla volontà del Governo norvegese, che ha incaricato l’Autorità per le strade pubbliche, di sviluppare percorsi turistici nazionali con lo scopo di rendere la Norvegia una destinazione più attraente, migliorando l’esperienza di fruizione dei magnifici paesaggi naturali attraverso edifici, definiti dal Governo stesso, “audaci”. Oggi infatti il percorso, disegnato come una linea di cemento che si arrampica sulla roccia, compare tra i siti di ricerca per attrazioni norvegesi ed è indicato come meta ideale per le famiglie. Con soli 15 minuti di camminata, in un percorso che passa anche dietro le cascate stesse, partendo da un comodo parcheggio, si giunge ad un belvedere in quota, una lastra di calcestruzzo che a sbalzo offre una vista unica sul dislivello di 50 metri compiuto dall’acqua.

Ad un’estremità del parcheggio, delimitato da un muro che offre anche un buffer rispetto alla strada, si trova un centro informazioni con dei servizi turistici. L’edificio è caratterizzato da una forma geometrica non regolare, il cemento è l’unico materiale utilizzato e tutto sembra scaturire dal muro perimetrale, la spina dorsale del concept progettuale, che si ripiega su sé stesso, definisce il volume del costruito, e poi si srotola nuovamente diventando il percorso che porta al belvedere. Se il percorso è definito da un calcestruzzo la cui cromia rimanda alla roccia, l’edificio è invece caratterizzato da un calcestruzzo additivato con biossido di cromo, che rende la superficie cementizia verde permettendo al volume di incastonarsi perfettamente con il paesaggio naturale circostante. Verde lussureggiante, cascate, montagne e ghiacciai sono uniti da questa linea sottile di calcestruzzo perfettamente inserita nel contesto naturalistico, che offre la fruizione di un luogo altrimenti difficilmente raggiungibile.

In questi due progetti il cemento è dunque usato come materiale protagonista, capace di mimetizzarsi in contesti naturali definendo un rapporto originale e autentico con il contesto circostante, senza mai prevalere su di esso ma anzi offrendo un filtro tra costruito e natura.

Matteo Ocone
Ingegnere e Architetto consegue la laurea in Ingegneria Edile-Architettura al Politecnico di Milano. Oggi è dottorando in Ingegneria Civile, indirizzo Architettura e Costruzione, tutor Prof.ssa Tullia Iori, presso il Dipartimento DICII - Dipartimento di Ingegneria civile e Ingegneria Informatica - dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”: la sua attività di ricerca si svolge nell’ambito della Storia dell’Ingegneria Strutturale in Italia nel XX secolo.

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