Sostenibilità

Rapporto di Sostenibilità della filiera: triennio 2019-2021

Seppur in un contesto difficile a causa del caro energia, la filiera del cemento e del calcestruzzo conferma il proprio impegno per l’ambiente e l’innovazione, verso un futuro carbon neutral – Evitate emissioni per 370mila tonnellate di CO2.

Quasi 160 milioni di euro di investimenti in tecnologie per la sostenibilità e la sicurezza e circa 370.000 tonnellate di emissioni di CO₂ evitate. Sono questi alcuni dei dati illustrati da Federbeton Confindustria nel terzo Rapporto di Sostenibilità della filiera, riferito al triennio 2019-2021. 

Il Rapporto offre uno spunto di riflessione sul ruolo strategico che la filiera del cemento e del calcestruzzo ricopre per lo sviluppo sostenibile e socio-economico del Paese. Gli operatori del settore sono costantemente impegnati nel miglioramento delle proprie performance ambientali e nel fornire materiali e prodotti sempre più efficienti e sostenibili, anche a fronte di una crisi senza precedenti che sta minando la stessa sopravvivenza del comparto. I continui aumenti del costo dell’energia rischiano infatti di innescare un processo irreversibile che potrebbe portare alla scomparsa dell’industria italiana del cemento, proprio in un momento che vede il settore protagonista della sfida europea per la decarbonizzazione.

«I costi energetici insostenibili stanno mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza dell’intera industria italiana del cemento, già impegnata nella sfida epocale per il raggiungimento della carbon neutrality al 2050 – ha dichiarato Roberto Callieri, Presidente di Federbeton -. I dati contenuti nel Rapporto di Sostenibilità confermano tuttavia la volontà e la capacità della filiera di accelerare sulla transizione e di raccogliere risultati tangibili nonostante la crisi e il contesto culturale e normativo poco favorevole. Il piano da 4,2 miliardi di investimenti che abbiamo definito come settore conferma in modo chiaro che l’industria è pronta ad assumere un ruolo centrale nella sfida per la decarbonizzazione. È necessario però sostenere l’importante sforzo delle imprese, scardinando i pregiudizi, mettendo in campo azioni concrete contro il caro energia e favorendo la transizione energetica».

Il Rapporto di Sostenibilità – Le cifre

Il Rapporto 2021 è realizzato sulla base delle performance delle aziende riunite in Aitec, Atecap e Assobeton, le associazioni che in Federbeton rappresentano i produttori di cemento, calcestruzzo preconfezionato e manufatti in calcestruzzo.

  • 160 milioni di euro investiti in tecnologie per il miglioramento continuo dei livelli di sostenibilità degli impianti e per la protezione dei lavoratori nel triennio 2019-2021.
  • 22%: tasso di sostituzione calorica con combustibili alternativi nelle cementerie. Nonostante il lieve incremento (20,9% nel 2020) confermi un trend crescente, siamo ancora lontani dalla media europea che si attesta al 52,2% di sostituzione calorica. Da un punto di vista tecnologico, gli impianti italiani sono già attrezzati per raggiungere un livello analogo, ma persistono ostacoli burocratici e culturali che non permettono di esprimere le reali potenzialità del settore. 
  • 7%: tasso di sostituzione delle materie prime naturali. Il dato evidenzia la capacità del comparto di recuperare come risorse produttive una serie di materiali altrimenti destinati alla discarica. Rifiuti non pericolosi, sottoprodotti ed End of Waste vengono recuperati e utilizzati in sostituzione di calcare e altre materie prime naturali, nel processo produttivo.

L’impegno dell’intero settore nel miglioramento del processo produttivo ha permesso alle aziende di evitare l’emissione di circa 370.000 tonnellate di CO in atmosfera, con un miglioramento del 17,9% della performance ambientale rispetto al 2020, grazie alla biomassa presente nei combustibili alternativi utilizzati.

«La strada per la carbon neutrality è lunga e necessita di sforzi concreti da parte dell’industria e delle istituzioni. Un impegno reso ancora più necessario in momenti complessi come quello attuale – ha aggiunto Antonio Buzzi, Vicepresidente di Federbeton -. Nonostante le difficoltà, la filiera ribadisce la volontà di proseguire nella direzione tracciata dalla Strategia di decarbonizzazione, favorendo un dialogo costruttivo con i territori e le comunità locali. Il settore si sta impegnando in modo significativo per vincere questa sfida, investendo in tecnologie innovative come la cattura della CO2, promuovendo soluzioni già implementabili – come l’utilizzo di combustibili alternativi quali i CSS – e puntando su metodologie di pianificazione come il Life Cycle Assessment (LCA) che consentano di fare scelte efficaci dal punto di vista della sostenibilità».

Le dimensioni della filiera

Il Rapporto di filiera 2021, presentato con il Rapporto di Sostenibilità da Federbeton, mostra per il 2021 un fatturato complessivo di 11,3 miliardi, in crescita del 22,6% rispetto al 2020, tornato ai livelli pre-pandemia. Tuttavia, nonostante la ripresa, le stime e le previsioni per il 2022 risentono del crescente clima di incertezza del contesto economico, rafforzato dallo scoppio del conflitto in Ucraina, dalle difficoltà di approvvigionamento delle catene globali e dai rincari di energia e materie prime: si prefigura quindi un deciso rallentamento delle attività per la filiera,che conta oggi quasi 2.700 imprese e più di 34.000 addetti.

Le richieste di Federbeton

L’impegno della filiera italiana del cemento e del calcestruzzo non sarà però sufficiente senza un’azione di sistema. C’è, infatti, il rischio concreto di una perdita di competitività dell’industria italiana rispetto ai Paesi che non condividono gli standard ambientali europei. Rischio aggravato dall’attuale situazione di crisi energetica. Per scongiurare uno scenario che metta in ginocchio il primo anello di una catena che permette al Paese di dotarsi di infrastrutture e costruzioni sicure, sostenibili e a km0, sono necessarie misure adeguate come:

  • introdurre immediatamente il meccanismo di adeguamento CBAM (Carbon Border Adjustment) che prevede misure per proteggere la competitività dell’industria nazionale del cemento dalle importazioni da Paesi extra-UE;
  • supportare le imprese nello sviluppo di tecnologie break-through, strategiche per la decarbonizzazione (cattura e stoccaggio di CO2, utilizzo di idrogeno nel processo di produzione di cemento, etc.);
  • inserire il settore nell’elenco di quelli cui sono destinate le agevolazioni per gli oneri indiretti della CO2 legati ai costi dell’energia;
  • sostenere l’applicazione delle semplificazioni amministrative che equiparano l’utilizzo del CSS-Combustibile a quello degli altri combustibili “tradizionali”, rendendo più rapido l’iter burocratico, mantenendo inalterate le garanzie di controllo e la trasparenza.
Ufficio Stampa
Ufficio Stampa Federbeton

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